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Torna al menu delle torri bergamasche. Torna ai castelli della bergamascaTORRI DELLA
BERGAMASCA
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Clicca sulle foto per un breve riassunto sulla loro storia.
Castelli e torri della bergamasca
Sul territorio della provincia bergamasca sono disseminati qua e
là castelli più o meno conservati, torrioni, ossature
murarie, resti di pietra secolari, testimonianze di lunghe e
sanguinose lotte tra famiglie potenti.
I castelli che oggi possiamo ammirare sia su di un poggio
verdegginte, sia in pianura, circondati da aridi fossati, sia
racchiusi tra edifici più recenti conservano poco
dell'originaria costruzione e per i continui assalti subiti e per i
mutamenti duvuti ad esigenze difensive.
Molti scomparvero e se n'è persa, persino, la memoria;
altri fecero blocco con costruzioni posteriori; altri ancora
vennero ampliati, rimaneggiati per esigenze di residenza o di
tattica militare.
Anche quelli che all'occhio del visitatore profano possono sembrare
integri sono, invece, mutilati di molte parti: torri mozzate,
sotteranei spariti, ponti levatoi in legno sostituiti in altri di
miratura.
La penuria di documenti non ci permette di sapere con esattezza
quanti castelli sorsero nel nostro territorio.
Prima del 1000, secondo le cronistorie locali, si annoveravano
pochi castelli; in età comunale, dal 1100 al 1200, divennero
numerosissimi: con la costruzione di torri e di fortificazioni le
famiglie bergamasche vollero assicurare la propria difesa e, nel
contempo, la loro potenza.
Ma è arduo stabilirne il numero mediante cronache tronche e
poco attendibili.
Certamente erano tantissimi, se si pensa che i Torriani nel 1275
ordinarono di smantellarne parecchi e che Venezia, preso il dominio
sul nostro territorio, ne risparmiò ben pochi.
Nè li risparmiarono i Visconti e gli Sforza, anzi in quel
tempo nessuno poteva costruire rocche se non con il benestare del
ducato milanese.
Con il passare del tempo i manieri cessarono di essere roccaforti
di difesa, ma si andarono via via trasformando in residenze di
nobili famiglie e con accorgimenti architettonici e restauri
divennero più confortevoli, più armoniosied eleganti
nell'insieme.
Fra i castelli della bergamasca eretti nelle zone vallive o
collinari e le rocche o i castelli della pianura corrono importanti
differenze di aspetto, di natura o di destinazione.
Si avverte con evidenza la diversa materia di costruzione.
Sulle colline le opere fortilizie sono generalmente in pietre
squadrate, bozze, bugne, muri a secco di grande spessore; in
pianura si sfruttava il materiale dei vicini fiumi, ossia ciottoli
che si alternavano a mattoni ricavati dalla cottura dell'argilla
del luogo, altre erano tutte in laterizio.
Altre caratteristiche li differenziano.
I castelli di pianura sono orientati secodo i punti cardinali, sono
fi forma quadrangolare e in corrispondenza dei quattro angoli si
elevano torri pure quadrangolari.
Un grande fossato difensivo isola il castello il cui accesso era
permesso da ponti levatoi.
I castelli in montagna, invece, abbarbicati in luoghi strategici,
alla confluenza di due corsi d'acqua, dominanti un lago, o in
corrispondenza di un ponte su un fiume importante, sono posti di
controllo e di difesa.
Questi, come le torri della città di Bergamo, sorsero quasi
tutti dal XII al XIV secolo e furono sedi di famiglie bergamasche,
guelfe e ghibelline e spesso teatro di violente lotte di
fazione.
Erano possedimenti dei ghibellini Suardi: Niardo, la Torre di
Trescore, Cenate, Mologno, Bianzano; dei Ghibellini Lanzi: la
Mnella e le Stanze pure in Trescore, Gorlago; dei Terzi:
Monasterolo; dei La Crotta: Berzo; dei guelfi Rivola: Comonte; dei
Colleoni: Solza.
.......... Paolo Moschini
da
http://www.gruppoarcheologicobergamasco.org/Bergamo/Castelli_bergamaschi.htm